Energia, liberalizzazione all’ultimo miglio 20 milioni di clienti ancora a tariffa tutelata
Il processo, che è iniziato nel 1999, ha già spinto l’Italia al top per taglio di emissioni di anidride carbonica e produzione da rinnovabili. In attesa del passaggio finale (1 luglio 2019), è sulle scelte dei consumatori che si sono avuti risultati scarsi
Liberalizzazione dell’energia: manca l’ultimo miglio. A dieci anni dall’avvio, il processo di liberalizzazione dell’energia per le utenze domestiche nel campo dell’energia non è ancora completo. Resta un ultimo passo da compiere, che è stato rinviato nel tempo per evitare che si producesse un effetto opposto rispetto a quanto voluto, cioè costi più elevati per le famiglie italiane. A dire il vero il primo passo verso l’apertura del mercato risale addirittura al 1999, con il famoso Decreto Bersani che ha assestato i primi colpi di piccone al monopolio della filiera elettrica riguardanti il settore della produzione, accompagnati dall’avvio degli incentivi pubblico per il comparto delle rinnovabili. Un processo poi seguito dalla creazione del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale al quale viene assegnato il compito di creare un vero mercato del settore, spingendo gli operatori a farsi concorrenza con l’obiettivo finale di arrivare a prezzi più contenuti in bolletta e a una qualità più elevata del servizio offerto. Da questo organismo sono poi nate il gestore della rete Terna, il Gestore dei servizi elettrici e quello del mercato elettrico, oltre all’Acquirente unico. Nel 2003 (per il gas) e nel 2007 (per l’elettricità) arriva la possibilità — per l’utente finale, vale a dire famiglia o piccola impresa — di scegliere il fornitore di servizio che reputa più conveniente. Così gli operatori, oltre a cercare di spingere le famiglie ad abbandonare il vecchio fornitore proponendo sconti o campagne di fidelizzazione, iniziano a moltiplicare le offerte per andare incontro alle diverse esigenze (come energia pulita o prezzo bloccato nel tempo). In ogni caso, dato che il passaggio al libero mercato, attraverso la sottoscrizione di un contratto con uno dei fornitori, è un’opzione — e non un obbligo — concesso al consumatore, quest’ultimo conserva la possibilità di restare sotto “tutela” — di fatto una sorta di prezzo calmierato — e accettare le tariffe come vengono calcolate dall’Autorità. Quest’ultima fa un aggiornamento trimestrale che tiene in considerazione una serie di parametri, il primo dei quali è l’andamento dei costi di acquisto e approvvigionamento della materia prima. Questo processo ha prodotto risultati importanti soprattutto sul fronte ambientale, con l’evoluzione del parco delle centrali termoelettriche che oggi è tra i migliori d’Europa sul fronte delle emissioni di Co2, grazie alla massiccia realizzazione di impianti a gas in ciclo combinato e da fonte rinnovabile. Secondo uno studio di Confartigianato, l’Italia è il paese del G7 con la più bassa emissione di anidride carbonica pro-capite e il secondo, dopo il Canada, per la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Una conferma in tal senso è arrivata dall’Eurostat, secondo cui già nel 2015 in Italia la percentuale coperta dalle energie rinnovabili sul totale dei consumi ha superato di mezzo punto il 17% fissato dall’Unione europea come target al 2020. E pensare che nel 2004 la quota si attestava appena al 6,3%. L’Italia è stata per molti anni tra i Paesi a più rapida crescita nella produzione di energia pulita, con investitori arrivati da tutto il mondo per sfruttare i generosi incentivi presenti, che tuttavia sono finanziati da un maggiore aggravio in bolletta per tutti i consumatori. Con lo scoppio della grande crisi internazionale ci si è resi conto di aver abbondato in generosità verso gli investitori (per la maggior parte internazionali, mentre i produttori — che indirettamente hanno beneficiato di questo boom — sono quasi tutti nei Paesi emergenti) e si è cercato di correre ai ripari con un taglio progressivo dei contributi statali a valere sui nuovi impianti. Mentre chi aveva già avuto accesso agli incentivi di durata ventennale, continuerà a beneficiarne fino alla scadenza del piano. Ed è anche per questa ragione se le utenze dell’energia nel nostro Paese sono particolarmente salate. Ma il fronte sul quale l’apertura al mercato ha finora prodotto i risultati più contenuti è proprio quello della scelta per i consumatori. Nonostante la presenza di circa 400 società di vendita nel territorio nazionale, ci sono ancora circa 20 milioni di clienti rimasti in maggior tutela. Da qui la decisione di inserire nella legge annuale Concorrenza (la cui prima bozza risale al 2015) il termine del 2016 per il passaggio di tutti i clienti al libero mercato. Decisione spinta anche dal fronte comunitario, da sempre impegnato a contrastare le norme europee contro le tariffe amministrate. Una scadenza poi spostata all’estate 2018 per i ritardi nell’approvazione della norma. Quest’ultima ha visto la luce la scorsa primavera, ma la fine della maggior tutela è stato posticipato al 1° luglio 2019 per il timore di un possibile innalzamento dei costi connessi al passaggio in blocco di un gran numero di famiglie verso il libero mercato. Ma la direzione è fissata: il tempo che rimane prima dell’ultimo passo andrà sfruttato in primis dai consumatori per informarsi adeguatamente e spingere l’offerta ad accelerare sulla concorrenza di prezzo e di servizio. Sono quattro le aziende attive nel mercato libero che ottengono il sigillo “top” mentre due si fermano a “molto buono”. Nella maggior tutela al “top” c’è Enel 14.
LE AZIENDE VALUTATE
Al centro dell’analisi, svolta dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza per misurare la customer satisfaction nel settore luce e gas, i più grandi fornitori di energia che operano sul mercato italiano: nove aziende per il mercato libero e cinque per quello della maggior tutela
GLI UTENTI SONDATI
L’indagine è stata realizzata tramite un sondaggio online, condotto con il metodo Cawi (Computer assisted web interviewing), su un campione rappresentativo della popolazione italiana per area, sesso ed età. Lo studio ha raccolto 1.876 giudizi dei clienti
IL MERCATO
I volumi dell’energia elettrica sul mercato a maggior tutela sono leggermente diminuiti da 2015 a 2016 sia nelle forniture domestiche che in quelle non domestiche, ma restano comunque elevati in attesa del completamento del processo di liberalizzazione Nel mercato libero Enel primeggia in quasi tutte le classifiche parziali: dall’offerta di prodotti e servizi all’assistenza e affidabilità, dalla sostenibilità fino alla trasparenza. Engie la batte quanto ad offerta online, social e app