Entro il 2050 l’energia rinnovabile come unica utilizzabile.
Il 2018 è iniziato da poco e i buoni propositi per il nuovo anno non si sono fatti attendere, soprattutto nell’ambito ambientale. L’obiettivo principale da qui ai prossimi decenni? Avviare, entro il 2050, l’energia rinnovabile come unica utilizzabile. Alcuni ricercatori del CNR hanno realizzato il primo studio italiano in materia “Italia al cento per cento rinnovabile”. La ricerca tiene conto di tutti gli step da ipotizzare per raggiungere questo ambizioso traguardo. All’interno della “tabella di marcia”, uno dei primi aspetti da tenere a mente è la domanda energetica. Si stima che il fabbisogno energetico italiano nel 2050 all’incirca il 230 per cento in più di quello attuale. Alcuni studiosi però, sostengono che il solare, l’idroelettrico e l’eolico sarebbero più che sufficienti seppure non totalmente risolutivi.
La visione a lungo termine dovrebbe prevedere una energia di scorta, prodotta naturalmente, da altre fonti. L’idrogeno di origine biologica, ricavabile da cellulosa, energia elettrica e acqua, potrebbero essere un’ottima soluzione. Il cosiddetto bioidrogeno, ad esempio, può essere trasportato e stoccato alla pari dei combustibili fossili, per essere poi riutilizzato in un secondo tempo. Qualche numero in merito? Sulla carta occorrerebbero 550 TWh di bioidrogeno per affrontare le oscillazioni della domanda energetica italiana mentre i nuovi stabilimenti fotovoltaici ed eolici saranno in grado di immettere nella rete elettrica 640 TWh. Considerando poi che le attuali centrali idroelettriche produrranno, nei prossimi anni, almeno 49 TWh e che ad oggi gli impianti geotermici garantiscono 6 TWh, mancherebbero all’appello circa 35 TWh per raggiungere l’obiettivo dei 730 TWh (fabbisogno annuo al 2050).
Ma quanto costerebbe far diventare l’Italia totalmente sostenibile? E’ chiaro che una simile manovra comporterebbe, oltre ad un salto culturale importante, anche grandi investimenti: fino al 2050 sarebbero infatti necessari circa 500 miliardi di euro per le tecnologie di accumulo. Sempre importante è la spesa per l’installazione dei generatori eolici e dei moduli fotovoltaici, stimata in 530 miliardi di costo fisso una tantum. Tirando le somme l’ammontare complessivo è davvero da record: oltre 1000 miliardi di euro. Questa cifra si può rivedere se si considera che, senza la transizione green, sarà necessario comunque acquistare i combustibili fossili per un totale di circa 600 miliardi. A fronte di questo, il totale dell’investimento nelle rinnovabili scenderebbe a 400 miliardi.
L’abbandono dei combustibili fossili avvantaggerebbe anche i cittadini con un drastico calo delle bollette e con indubbi benefici per la qualità dell’aria. L’obiettivo, sul lungo periodo, è arduo ma possibile secondo gli studiosi. Alle istituzioni il compito di decidere se e come procedere all’attivazione dei finanziamenti e alla contestuale conversione degli impianti.