UE, ok a obiettivo del 32% di energie rinnovabili entro il 2030
I rappresentanti di Consiglio europeo, Parlamento e Commissione hanno firmato l’accordo che aggiorna il quadro normativo europeo al 2030 per quanto riguarda gli obiettivi dell’UE per le energie rinnovabili, compresi l’autoconsumo e i trasporti. Grazie a questo accordo due delle otto proposte legislative del pacchetto “Energia pulita per tutti” (adottato dalla Commissione europea il 30 novembre 2016) sono già state approvate. Il 14 maggio infatti è stato adottato il primo elemento del pacchetto, la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia. Il nuovo target fissato al 2030 prevede una quota di energia da fonti green pari ad almeno il 32% del consumo finale lordo dell’Unione (rispetto al 20% del 2020), con una clausola di revisione verso l’alto entro il 2023. Tra i principi ispiratori della nuova misura il sostegno all’efficienza energetica in materia di pianificazione, politiche e investimenti. Per quanto riguarda i trasporti entro il 2030 almeno il 14% del carburante utilizzato dovrà provenire da fonti rinnovabili e si deve prevedere un maggiore uso di biocarburanti di seconda generazione. E’ fissato un target al 3,5% per l’utilizzo di biofuel avanzati. L’accordo prevede inoltre che gli Stati membri dell’UE debbano garantire che i consumatori abbiano il diritto di produrre, autonsumare, immagazzinare e vendere l’energia, installare e gestire sistemi di stoccaggio dell’elettricità, non essere soggetti ad alcuna tassa sull’energia autoconsumata fino al 2026. Tali consumatori inoltre devono ricevere una remunerazione per l’elettricità rinnovabile autoprodotta che immettono nella rete. I consumatori devono potersi unire in comunità delle energie rinnovabili per integrare l’autoconsumo nella transizione verso un’energia più pulita. Per quanto riguarda il settore del riscaldamento/raffreddamento l’accordo provvisorio prevede un sotto-obiettivo di un aumento annuo indicativo dell’1,3% delle energie rinnovabili negli impianti di riscaldamento e raffreddamento, calcolato su un periodo di 5 anni a partire dal 2021. Soddisfatto il relatore per le energie rinnovabili José Blanco López (S&D, ES) che ha sottolineato che è stata significativamente migliorata la proposta iniziale ed è stato raggiunto un ottimo compromesso sull’obiettivo vincolante del 32% di energie rinnovabili nel mix energetico per il 2030. “La nuova direttiva garantirà sicurezza e certezza agli investitori e semplificherà le procedure amministrative per i progetti nel settore delle energie rinnovabili”. Il relatore della commissione per l’ambiente, onorevole Bas Eickhout (Verts/ALE, NL), ha commentato che grazie a questo accordo l’Unione invia un segnale chiaro al settore dell’energia verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla COP21 di Parigi. “Gli investitori sanno dove sta andando l’UE. Stiamo inoltre creando una serie di condizioni che renderanno più interessante per le famiglie e per i gruppi di famiglie produrre la propria energia”. Il commissario responsabile per l’azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete, ha commentato che questo accordo riuscirà a sbloccare il vero potenziale della transizione dell’Europa verso l’energia pulita, creando nuovi posti di lavoro, bollette più basse per i consumatori e minori importazioni di energia. “La natura vincolante dell’obiettivo del 32% garantirà inoltre una maggiore certezza agli investitori. Invito ora il Parlamento europeo e il Consiglio a proseguire i negoziati con lo stesso impegno e a completare il resto delle proposte del pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”. Il prossimo passo sarà l’approvazione sia dei ministri dell’Unione europea che dei deputati al Parlamento europeo. Una volta raggiunto tale obiettivo, la legge entrerà in vigore 20 giorni dopo la data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Gli Stati membri dovranno recepire i nuovi elementi della direttiva nel diritto nazionale entro il 30 giugno 2021. Tra le prime reazioni delle associazioni, Greenpeace in un comunicato stampa pur apprezzando il nuovo accordo, soprattutto per il diritto riconosciuto ai cittadini di autoprodursi e vendere l’energia senza essere per questo tassati, partecipando alla crescita delle rinnovabili, sottolinea che doveva esserci una maggiore ambizione. Il target al 32% è troppo basso e non sufficiente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e “permette alle grandi compagnie energetiche di restare ancorate ai combustibili fossili o a tecnologie rivelatesi false soluzioni rispetto al cambiamento climatico”, commenta Sebastian Mang, consulente energia di Greenpeace Ue.