Internet of Things, il Natale 2017 è quello della smart home
Lampadine, telecamere, serrature e pulsanti, ma anche robot aspirapolvere e da cucina, termostati e impianti audio: anno dopo anno, le applicazioni concrete della cosiddetta Internet of Things nelle nostre case (e nelle nostre vite) sono sempre maggiori.
Semplificando, parlare di Rete delle Cose vuole dire parlare di oggetti di uso comune che hanno la possibilità di collegarsi al Web (in questo caso, attraverso il wifi dell’abitazione) e da qui, per mezzo di siti o app dedicati, ai nostri smartphone e dunque a noi.
Le “compra e dimentica”
I primi dispositivi di uso comune che hanno fatto uso della IoT sono stati senza dubbio le lampadine smart, in grado di accendersi da sole a orari programmati, quando tramonta il sole, all’ora della sveglia, quando suona una certa canzone o appunto quando si preme un pulsante sul telefonino. Sino a qualche anno fa, Philips dominava il mercato con le sue Hue, disponibili in vari colori e kit (con uno o più punti luce, per esempio) e prezzi online scesi a circa 70 euro . Un ribasso molto probabilmente favorito dall’arrivo sul mercato di Ikea, che con le sue Tradfri ha reso questi dispositivi più avvicinabili, pur con i difetti che abbiamo riscontrato nella nostra prova la scorsa primavera. Entrambe sono installabili e configurabili semplicemente da soli.
Un altro oggetto “intelligente” che si può comprare, portare a casa, collegare al wifi e usare subito senza eccessive complicazioni è la telecamera, che si può sfruttare per tenere d’occhio dal telefonino l’abitazione, magari quando si è in vacanza, oppure quotidianamente per controllare che il nostro amato amico a 4 zampe non ci faccia a pezzi il divano… Ce ne sono di tutte le marche e i prezzi, da meno di 30 agli oltre 300 euro, come conferma una rapida ricerca su Amazon . A metà novembre, Il Secolo XIX ha provato la Netatmo “Welcome”: qui potete vedere (per davvero) com’è andata .
Ancora più semplice (non a livello di progettazione, ma di “compra, porta a casa, accendi e dimentica”) è il robot pulitore, reso celebre qualche anno fa dall’allora pionieristica Roomba: le ultime versioni sono in grado non solo di “mappare” le varie stanze così da pulirle più efficacemente, ma pure di collegarsi al wifi domestico e da qui al vostro smartphone per ricevere istruzioni anche quando nell’abitazione non c’è nessuno. I prezzi al momento sono ancora alti: senza arrivare ai quasi 500 euro del Botvac D3 Connected , un buon compromesso può essere il Mi Robot di Xiaomi , che in Rete si riesce a trovare a meno di 300 euro.
Fra gli oggetti smart “fai-da-te”, infine, non possono mancare quelli che forse più di tutti rappresentano la Rete applicate a cose che senza connessione non avrebbero alcuna funzione: gli Amazon Dash Button. Sono piccoli bottoni da applicare in varie zone dell’abitazione: dopo averli posizionati, si abbina alla pressione un’azione (foto: come si fa) , cioè l’acquisto di un prodotto, che siano biscotti, carta igienica, caffè, detersivo o altro. Quando le “scorte” stanno per finire, si preme e l’oggetto desiderato arriva a casa. Il Secolo XIX li ha provati nel novembre del 2016 , quando sono stati messi in vendita in Italia.
Quelle da far installare agli esperti
Sin qui, le “smart things” alla portata più o meno non solo di tutte le tasche, ma anche di tutte le persone: si comprano, si portano a casa, si configurano ed è fatta. Ce ne sono altre, però, capaci davvero di rivoluzionare la nostra vita domestica, per la cui installazione è quasi sempre il caso di farsi aiutare. Innanzi tutto, il termostato intelligente, capace di imparare le nostre abitudini, di capire quando siamo in casa oppure no, anche di prevedere le condizioni meteorologiche all’esterno e di regolare l’accensione dei caloriferi di conseguenza: il più raffinato, completo (e pure bello da vedere) è senza dubbio il Nest , che in Italia costa poco meno di 250 euro .
Poi, le serrature: possono aprire o chiudere la porta di casa da remoto e in abbinamento con un altrettanto “intelligente” spioncino, pure di tenere d’occhio dallo smartphone quello che accade all’esterno. Ce ne sono tanti modelli, di marche, prezzi e funzioni diverse: Danalock, lo spioncino di Skybell, presto arriverà Amazon Key, per permettere ai corrieri di aprire, fare la consegna e richiudere… ma prima di scegliere è importante capire se davvero si ha abbastanza fiducia nella tecnologia da permetterle di gestire per noi l’accesso alla nostra abitazione. Anche in questo caso, comunque, conviene chiedere aiuto a un installatore per il montaggio.
L’ostacolo? Il wifi di casa
Non è finita, perché il “catalogo” della Rete delle Cose è fatto di tanti altri oggetti: robot da cucina in grado di inviare allo smartphone la lista degli ingredienti per la ricetta che avete impostato la sera prima, sistemi audio, rilevatori di fumo, televisori, frigoriferi con display e (in futuro) la capacità di accorgersi quando il latte sta finendo e ordinarlo online e molto altro ancora. Prima di comprare tutto, però, meglio verificare con il proprio operatore se il wifi di casa è in grado di gestire contemporaneamente due telefoni cellulari, due computer, due televisori, una console per videogiochi, 8 lampadine, un robot per pulire, il termostato e pure il frigo. Altrimenti, altro che smart home…